Spike Lee, l’iconico regista e devoto tifoso dei New York Knicks, è stato ufficialmente inserito nella Basketball Hall of Fame come parte della Superfan Gallery. Conosciuto per la sua presenza a bordo campo al Madison Square Garden e per la sua dedizione ai Knicks che dura da tutta la vita, l’inserimento di Lee sottolinea il suo impatto nell’industria cinematografica e come superfan che ha sostenuto con passione la sua squadra, ammettiamolo, attraverso momenti più difficili che difficili.
Che cos’è la Basketball Hall of Fame Superfan Gallery?
La SuperFan Gallery della Basketball Hall of Fame celebra i tifosi la cui dedizione alla propria squadra è ampiamente riconosciuta. Spike Lee si unisce a un’élite di superfan la cui devozione e presenza è diventata parte integrante dell’identità della propria squadra, essendo un tifoso dei Knicks fin dall’infanzia.
Indossa spesso l’abbigliamento dei Knicks e da decenni è un sostenitore dichiarato, a volte anche troppo. E questo lo rende un’aggiunta appropriata a questa galleria esclusiva.
Perché Spike Lee è stato inserito nella Hall of Fame?
L ‘inserimento di Spike Lee è un riconoscimento del suo status leggendario di superfan dei New York Knicks. La dedizione di Lee alla squadra va oltre la partecipazione alle partite. Ha creato momenti iconici attraverso le sue interazioni con i giocatori, sia dei Knicks che degli avversari.
È stato anche una presenza costante a bordo campo per oltre 40 anni. La sua passione per i Knicks si intreccia con la sua identità di newyorkese, rendendo la sua induzione una celebrazione del suo legame sia con la squadra che con la città.
Finora Spike Lee ha speso una cifra stimata in 10 milioni di dollari, pari a circa 340.000 dollari all’anno, per i biglietti VIP a bordo campo dei Knicks. Lee condivide questa onorificenza HoF con altri superfan, tra cui l’attore Billy Crystal e il tifoso dei Philadelphia 76ers Alan Horwitz.
Ognuno di loro è stato scelto per il sostegno di lunga data alle rispettive squadre. L’inserimento di Spike Lee, tuttavia, si distingue per la sua influenza sia all’interno che all’esterno del mondo del basket. È diventato una figura culturale che ha sempre rappresentato l’amore della sua città per i Knicks.